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25 marzo 1925: la prima volta della televisione

Il 25 marzo del 1925 fa la sua prima comparsa il più conosciuto e diffuso medium del Novecento: la televisione. Anche se solo successivamente sarà perfezionata – nel 1926 verrà esposta al pubblico, nel 1928 trasmetterà le prime immagini in scala di grigi e infine nel 1932 il primo programma – il suo forte potenziale comunicativo fu subito evidente.

Solitamente, le invenzioni nascono per caso e spesso alla loro nascita sono sottovalutate, bistrattate o ignorate, ma per la televisione non fu così. Del resto, nulla passava sotto silenzio facilmente nella Londra degli anni Venti. Erano quelli anni di progresso scientifico e soprattutto tecnologico; anni di apertura e di sviluppo, di cambiamento e di ricostruzione dopo il primo conflitto mondiale. Si usa riferirsi a quegli anni parlando di “Ruggenti anni ’20“, per sintetizzare la forza e l’energia di quel particolare periodo storico, caratterizzati non solo dalla ripresa economica ma anche da smisurate aspettative di crescita, che vennero poi interrotte dalla prima grande crisi economica moderna: la Grande Depressione nel 1929.

Ma nel 1925 nulla pareva intaccare le speranze soprattutto a Londra, il centro culturale del mondo, dove l’ingegnere elettronico John Logie Baird presentò il prototipo di un nuovo mezzo di comunicazione, contraddistinto non solo dall’audio, come la radio, ma dall’immagine, come per il cinema. I primi esperimenti su questo prototipo meccanico, basato su un disco di Nipkow, erano stati avviati fin dal 1923, ma le prime prove pubbliche avvennero in un luogo simbolo della modernità: i grandi magazzini Selfridges. Questo polo dello shopping conserva il nome del suo fondatore, Mr Selfridges, un americano che portò a Londra l’innovativa idea di uno shopping center di lusso, rivoluzionando le abitudini di acquisto dei londinesi e sorprendendoli con vetrine belle come quadri e prodotti innovativi come, appunto, la televisione. Oggi, a chiudere un circolo iniziato 88 anni fa, proprio la tv celebra il visionario Mr Selfridges con una serie televisiva che racconta la fondazione del grande magazzino londinese e il personaggio che coniò la frase “il cliente ha sempre ragione”.

Tra il 1932 e il 1935 la BBC effettuò programmi televisivi regolari, trasmessi in tutta l’Europa occidentale, grazie agli apparati Baird. Tuttavia, dopo una breve sperimentazione dei due sistemi (quello a scansione meccanica dell’inventore Baird e quello elettronico della Marconi-EMI Television), la BBC adottò definitivamente il sistema elettronico Marconi-EMI dal 1º febbraio 1937.

Nel 1967 iniziarono invece le prime trasmissioni a colori, che furono adottate dalla Rai con dieci anni di ritardo, nel 1977. Da allora, poco o nulla è cambiato per circa vent’anni, ovvero fino all’introduzione della trasmissione digitale al posto di quella analogica con tubo catodico, che di fatto ha segnato l’inizio della tv digitale, diffusasi solo nell’ultimo decennio. Le trasmissioni digitali hanno migliorato il segnale e permesso un moltiplicarsi dei canali, alcuni ricevibili gratuitamente, altri a pagamento ma, oltre a queste modifiche tecniche, la televisione è un medium entrato nella storia non tanto per le implementazioni tecniche, quanto per l’impatto sociale. La distinzione di Williams relativa ai media come tecnologia e anche veicolo per la circolazione culturale vede nella televisione un esempio elettivo: la diffusione dei contenuti è l’aspetto ad oggi più studiato e dibattuto del medium. La televisione viene definita da McLuhan “medium caldo”, da Enzesberger “medium zero”, da de Kerckhove come “una psicotecnologia invasiva”: ha mille facce, volti, anime. Facce che sono schermi, oggi estesi ai dispositivi mobili come smartphone e tablet; dispositivi che consentono un nuovo tipo di audience, sui social network, che ne fruisce i contenuti attraverso il Web.

Nonostante la lunga storia, la tv è ancora difficile da gestire e da interpretare, sebbene venga teorizzata da anni la sua fine; il suo potere e peso non pare in calo, ma è anzi in ascesa, come spiega il direttore di Rai4 Freccero nel suo ultimo saggio “Televisione“.

Tuttavia, non è da escludere che la televisione riservi sorprese anche dal punto di vista tecnologico: sono già alcuni anni che si parla di televisioni dalle rivoluzionarie caratteristiche tecniche, progettate dal compianto Steve Jobs. Alcune aziende coreane confermano di essere all’opera per la produzione di nuovi modelli di tv targate Apple, che saranno probabilmente presentate quest’anno e che si contraddistingueranno – come di consueto – per il design e per le innovazioni tecnologiche.

Chissà che la storia non si ripeta e Selfridges non sia destinato ad ospitare, quasi un secolo dopo, dispositivi innovativi che consentiranno agli utenti di fruire di un nuovo tipo di televisione!

Commenti (1)

  1. Andrew 25 marzo 2013, 12:41

    Bravi ragazzi, come sempre articolo interessante!

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