Il Sapere in Rete
Mauro Calise e Rosanna De Rosa
L’invenzione della Khan Academy
Nadia aveva bisogno di qualche lezione di matematica. Alcune formule le erano rimaste oscure ma non sapeva come rimediare. Si rivolge così allo zio Sal, che abita dall’altra parte della costa, negli Stati Uniti. I due si accordano per brevi lezioni via Messenger e – quando non è possibile incrociarsi – lo zio Sal videoregistra le lezioni e gliele spedisce. L’apprendimento di Nadia sembra proseguire felicemente e presto uno stuolo di nipotini e cuginetti si aggregano all’iniziativa. A questo punto, Sal perfeziona il suo metodo di insegnamento e inizia a distribuire i video gratuitamente attraverso un sito web. Il metodo è quello classico della spiegazione con la lavagna che Sal, però, rende più fresco, corredando la lezione di espressioni ironiche, di sorpresa o di enfasi. Le vere novità del suo approccio sono, infatti, la registrazione video e lo stile scelto per parlare ai bambini. Il suo sito web presto diventa un punto di accesso obbligato per quei ragazzi che hanno perso una lezione a scuola o per coloro che vogliono prendersi più tempo per approfondire lo studio, magari spaziando dalla matematica ad altre materie affini. Per Sal la cosa si fa seria e presto si trasforma in un lavoro a tempo pieno: i suoi utenti pongono domande, chiedono verifiche e supporto. Non gli va però di far soldi con la didattica a distanza, vuole mantenere il sito open access. Si decide così a chiedere appoggio alle fondazioni-mecenate. Con tre lauree, un master e un’iniziativa di successo, e con un finanziamento dalla Gates Foundation ed un altro da Google, Sal Khan è ora in grado di mantenere e sviluppare la sua Khan Academy, e avviare la sperimentazione in alcune classi elementari americane. Oggi la Khan Academy è uno dei siti più visitati al mondo per le risorse educative ad accesso libero, con oltre 3.200 video che coprono discipline dall’algebra alla medicina. Potete vedere Sal su Ted – il format di conferenze tra i più ambiti al mondo – parlare di come l’uso del video e degli esercizi interattivi ha reso più efficace l’apprendimento, liberandolo dai confini di spazio e tempo.
Il boom di iTunes U
Nel 2001 fa la sua comparsa il primo iPod, trasformando per sempre il nostro rapporto con la musica. Un dispositivo piccolo, leggero e facilmente trasportabile, con il nome in codice di un antico strumento a corde, molto usato fra i musicisti irlandesi e rumeni. Si chiamava Dulcimer, e aveva proprio la forma – e poi anche il colore – del monolite di 2001 Odissea nello spazio. Una ghiera rotonda consente la scelta semplificata delle funzioni, mentre uno store online (iTunes) permette l’acquisto e il download immediato di migliaia di brani musicali. Negli anni successivi, il dispositivo è migliorato per capacità e prestazioni, dotandosi di uno schermo sempre più ampio per visualizzare meglio copertine, ma anche foto e video. E dall’offerta di brani musicali, iTunes ha allargato i suoi orizzonti al mondo delle università. Nasce un canale dedicato, iTunes U, sul quale le più prestigiose università di tutto il mondo offrono gratuitamente accesso a un numero crescente di corsi. Il formato podcast si presta ad essere scaricato agevolmente e a seguire lo studente dovunque: bastano una tasca e un paio di cuffie per andare a lezione. Khan Academy, iTunes U: due esempi di avanguardia, che sono però solo una goccia nel mare della conoscenza in Rete. Nel corso dell’ultimo decennio, le potenzialità di Internet per la formazione e l’apprendimento sono cresciute in modo esponenziale, con un arricchimento straordinario delle fonti di studio. Ponendo però non pochi problemi alla selezione dell’informazione. Per fortuna, ci sono venuti in soccorso i motori di ricerca e i portali organizzati per facilitare la vita agli utenti, semplificando i percorsi di navigazione e la reperibilità dei contenuti.
I motori di ricerca (come Google o Bing) costituiscono oggi la principale chiave d’accesso al Web e ai suoi contenuti. Tuttavia, proprio la loro principale virtù – la potenza di elaborazione e la capacità di scandagliare e indicizzare un’infinita mole di dati – può costituire un ostacolo per chi si avvicina alle risorse elettroniche senza avere ancora maturato una consapevolezza delle problematiche che riguardano l’accuratezza delle informazioni online.
I social media
I portali web si configurano, invece, come punti di accesso unificato alla letteratura scientifica, ai dati bibliografici e agli archivi. Grazie al loro focus specialistico e tematico, essi vengono spesso preferiti per reperire materiale affidabile.
Più di recente, la nascita dei social media ha introdotto una nuova modalità di accesso all’informazione, aggiungendo alla ricerca individuale la modalità collettiva e orizzontale di selezionare e navigare le informazioni in Rete. Piattaforme software nate per attività di social tagging e social reading affiancano ormai in maniera stabile le più note tecnologie wiki. Tutte, in maniera indistinta, sollecitano una risposta attiva, partecipativa da parte degli utenti della Rete in termini di contenuto. è il fenomeno noto come User Generated Content e contraddistingue il cosiddetto Web 2.0.
Insomma, gli strumenti ci sono, sono tanti, diversificati, spesso gratuiti. La vera sfida è riuscire a selezionare e, al tempo stesso, integrare i materiali sulla base dei bisogni dell’utenza cui ci si vuole rivolgere. Una sfida che coinvolge innanzitutto il mondo delle università, che sono i detentori ufficiali della conoscenza specialistica. Molti atenei stanno sperimentando nuovi ambienti didattici che utilizzino al meglio le risorse del Web, valorizzando al tempo stesso le tradizioni e l’autorevolezza dei corsi universitari.
Federica Web Learning
Il portale Federica dell’Università di Napoli Federico II, grazie alla sponsorship dell’Unione Europea e alla generosa collaborazione di centinaia di docenti, già da diversi anni offre accesso libero a oltre 300 corsi di insegnamento e più di 5.000 lezioni. La chiave principale del suo successo, testimoniato da oltre 300.000 accessi al mese da 180 Paesi e più di mezzo milione di download dalla piattaforma di iTunes U, è rappresentata dalla semplicità e modularità dell’interfaccia user-friendly.
Appena entrati sul sito si è accolti, nella sezione About me, da numerosi, brevi filmati di presentazione delle tantissime risorse cui si ha liberamente accesso. E si entra immediatamente in contatto con la ricchezza di ambienti di apprendimento. Oltre ai corsi di insegnamento, consultabili in Rete o scaricabili come podcast, e a una simulazione in 3D delle aule storiche dell’Ateneo, lo studente ha accesso a una autorevole selezione di fonti, la Living Library: archivi, banche dati, riviste, selezionati e recensiti per i diversi ambiti disciplinari offrono agli studenti l’occasione di approfondire i temi di maggiore interesse. I 600 siti documentali cliccabili dalla Living Library difficilmente sarebbero entrati nell’orizzonte degli studenti attraverso la sola ricerca istruita dai motori. Tali fonti – fra le più rilevanti nel campo della medicina come della letteratura – sono presentate con un corredo descrittivo che ne delinea il contenuto, l’accuratezza, l’usabilità ma, soprattutto, costituiscono l’ossatura intorno alla quale costruire un approccio didattico che utilizzi la Rete stessa e le sue straordinarie possibilità per portare gli studenti dentro le scoperte scientifiche e la letteratura di ricerca. Quanti lettori, ad esempio, sanno che su BibliotecaItaliana.it è pubblicata la collezione Scrittori d’Italia, la riproduzione in formato digitale dell’omonima collana di testi, fondata nel 1910 dall’editore Laterza di Bari sotto la direzione di Benedetto Croce? Oltre 280 volumi, contenenti 179 opere, possono rivivere sul nostro schermo col gusto inimitabile dell’edizione originale, con un semplice click. Offrire link a filmati selezionati o a testi di autorevoli commentatori arricchisce enormemente le potenzialità didattiche e le opportunità di interazione. Soprattutto in aule spesso – purtroppo – affollatissime, il supporto di una piattaforma Web Learning diventa uno strumento prezioso per “ripassare” a casa – o in autobus, in treno – i contenuti della lezione, approfittando delle tante opportunità formative a portata di mouse. Un invito costante alla verifica dei contenuti, al confronto tra le fonti, a un apprendimento più partecipativo.
Il nostro augurio è che l’esperienza di Federica Web Learning, con la sua piattaforma aperta a tutti, possa presto coinvolgere docenti anche di altre università, per offrire alla platea studentesca nazionale un’offerta formativa ancora più ampia, all’insegna del pluralismo e dell’autorevolezza che sono i tratti distintivi dell’Università italiana.
La Guida multimediale: bussola per navigare il futuro
Dall’esperienza di Federica Web Learning, con la collaborazione di Treccani e Corriere della Sera, è nato questo nuovo strumento di orientamento, la Guida multimediale per scegliere il corso di laurea. Preceduta da una sperimentazione in ambito locale, con le Miniguide di Federica, sviluppate in collaborazione col Centro di Ateneo Softel, che hanno consentito di testare le reazioni e le richieste degli studenti nei mesi critici che precedono l’iscrizione, questa Guida si presenta innanzitutto come un invito al dialogo e al confronto. Chi insegna nell’Università, sa bene quanto sia difficile e tormentato per tanti giovani il momento della scelta della laurea. E quanto sia arduo orientarsi solo sulla base delle informazioni reperibili in Rete sul circuito universitario, frammentarie e redatte quasi sempre in un linguaggio burocratico. Il nostro obiettivo principale è stato offrire agli studenti, con una grafica lineare e accattivante, il ventaglio essenziale delle informazioni, coniugando il rigore delle fonti con la loro pluralità e ricchezza.
Con l’augurio che saranno i giovani – con la loro curiosità, i loro feedback, le loro critiche – a consentirci di migliorare questa bussola per navigare il futuro.
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