La psicologia e lo studio del paranormale: il punto di Armando De Vincentiis
Armando De Vincentiis
Psicologo/psicoterapeuta laureato con indirizzo clinico presso l’Università “La Sapienza” di Roma, si occupa di fenomenologia dei comportamenti religiosi. Esperto di “stati di coscienza” e “paranormale religioso” ha pubblicato nel 1998 un libro dal titolo Psicologia dei mistici cristiani e nel 1999 un libro dal titolo Estasi (Avverbi). Autore di numerosi contributi per la rivista Scienza & Paranormale, attraverso l’analisi di particolari casi clinici ha indagato l’influenza culturale nell’evoluzione dei disturbi mentali su Psicologia Contemporanea e Le Scienze. È inoltre consulente del Cicap, un’organizzazione educativa e senza finalità di lucro fondata nel 1989, grazie anche al contributo di Piero Angela, e che ha come obiettivo la promozione di un’indagine scientifica e critica sul paranormale.
[D] Dr. De Vincentiis, in un suo recente volume (L’indemoniata. Nascita ed evoluzione di una sindrome da possessione, Libellula), concentra la sua attenzione sul rapporto tra credenze culturali, paura e religione. Qual è il ruolo che uno psicologo può interpretare nell’analisi dei timori e delle ossessioni degli individui?
[R] Le credenze culturali rappresentano il primo elemento potente nella costruzione di un problema, non solo di carattere religioso ma anche relazionale. Le credenze sono i veri motori dell’azione umana. Se siamo convinti che un’azione sia corretta, sbagliata ecc., ci muoviamo di conseguenza. Il problema è che non tutti condividono le stesse credenze (che assumono ruoli di veri e propri miti) ed ecco che nasce il conflitto.
Immaginate, invece, quando una credenza, come quella del diavolo, è condivisa dallo stesso gruppo; qui non ci sarà conflitto ma sicuramente la situazione sarà più grave dal momento in cui ci si sottopone a pratiche (esorcismo) che non solo ne confermano la credenza ma tende addirittura a rinforzarla. Lo psicologo ha, o dovrebbe avere, un ruolo fondamentale, ossia di mettere in discussione certe credenze, demolirle, quando queste non sono funzionali per la sopravvivenza emotiva, e fornire soluzioni più funzionali per affrontare il disagio, anche se di origine culturale.
[D] Tra le sue aree di intervento, in qualità di psicoterapeuta, vi sono i disturbi d’ansia, del comportamento alimentare, della sessualità nonché dei rapporti relazionali. Il ritmo accelerato della vita, l’attuale situazione di crisi lavorativa ed economica, nonché il mutamento nei processi di socializzazione tra gli individui, quanto incidono sull’equilibrio del singolo all’interno della collettività?
[R] I ritmi di vita, i disagi sociali ed economici hanno di sicuro un ruolo nell’aggravamento di patologie mentali. Tuttavia vi sono trappole cognitive in grado di creare disagi indipendentemente dal contesto sociale. Un attacco di panico, ad esempio, nulla ha a che fare con i ritmi sociali. Esso è il frutto di una trappola percettiva scaturita da una serie di interpretazioni errate dei propri stati fisiologici che, una volta impiantati, non forniscono vie di uscita. Una persona ricca, povera, stressata e tranquilla può esserne vittima nello stesso modo. Esempio? Entro in ascensore e sento un malessere per motivi vari (intossicazione, pressione ecc) ecco che assocerò il malessere tutte le volte che vedrò un ascensore che, da quel momento, diventerà per me un tabù. Comincerò ad associare il malessere ad altri ambienti piccoli animato dal pensiero “se mi succedesse anche lì”? Da quel momento avrò costruito nuovi sintomi (evitamento, claustrofobia, agorafobia) indipendentemente dai fattori sociali.
[D] Siamo stati abituati, anche dalla cinematografia e dalla letteratura, ad avere una particolare percezione del “paranormale”. Il metodo scientifico può aiutarci a definire questo termine. A partire dagli anni Settanta anche in Italia iniziano a sorgere movimenti di analisi e di studio dei fenomeni paranormali. Tra questi lo stesso Cicap di cui lei è membro e coordinatore del Gruppo Cicap Puglia. Qual è il compito della scienza nell’analisi di questi fenomeni? E quali sono, eventualmente, i suoi limiti?
[R] Il compito della scienza, in ogni ambito, è quello di osservare, comprendere e, possibilmente, riprodurre. La sua funzione, nel paranormale, è di particolare importanza poiché permette di comprendere – sotto l’aspetto, razionale – come questi fenomeni si svolgono e, cosa ancor più importante, se essi esistano davvero. Prima di spiegare, in effetti, la scienza deve accertare l’esistenza del fenomeno e poi fornire spiegazioni.
Se essa non esistesse molti fenomeni verrebbero considerati reali e creerebbero più problemi dal momento in cui si rischierebbe (come accade) di abbracciare metodi di cura, filosofie new age e credenze che, invece di risolvere i problemi, li accentuerebbero; se non, addirittura, crearli dal nulla. I limiti non sono nel metodo scientifico ma nel suo oggetto di studio. La scienza osserva, classifica e studia oggetti definibili e definiti; ma se il paranormale, per definizione, non è definibile, pone un limite, un limite intrinseco in sé come oggetto. Tuttavia si possono osservare gli effetti di questo oggetto ed è qui che il Cicap, con il metodo sperimentale, entra nel merito. Nel paranormale religioso ad esempio, il Cicap non entra nel merito della spiritualità ma sugli effetti di essa (miracoli, apparizioni, stimmate).
[D] Tra i membri del Cicap vi sono personalità di differenti settori scientifici e culturali. Un giovane che fosse interessato ad indagare scientificamente questi fenomeni, quale percorso di studio dovrebbe affrontare?
[R] Non esiste un percorso di studi specifico: infatti il Cicap è composto da professionalità differenti (fisici, psicologi, sociologi, illusionisti, medici, informatici ecc.) dove ognuno offre un contributo dal suo punto di osservazione. Tutti però fanno riferimento al metodo scientifico-sperimentale, per far sì che si condivida un linguaggio comune. Per questo, il Cicap organizza corsi di investigatori sul paranormale, per offrire a chiunque l’occasione di potersi confrontare con il mondo del paranormale ma su basi scientifiche. L’importante è essere appassionati dell’argomento e di riferirsi sempre al metodo per non perdersi per strada e lasciarsi suggestionare dalla presunta inspiegabilità di certi fenomeni.
[D] Guardando al passato, in un’ottica di confronto con il presente, com’è cambiato il rapporto tra individuo e paranormale?
[R] Oggi il paranormale assume forme diverse rispetto ad un tempo semplicemente perché si adegua all’evoluzione tecnologica. Quindi il paranormale si è evoluto sotto l’aspetto tecnico pur essendo rimasto molto indietro sotto l’aspetto concettuale. Oggi si continua ad avere la presunzione di parlare con i morti ma non lo si fa più con le sedute spiritiche bensì attraverso i registratori, la televisione; così come i rapimenti mistici sono evoluti in rapimenti alieni e gli spirito-guida sono stati rimpiazzati. Un tempo si credeva nelle anime dei morti; oggi negli extraterrestri.