Siamo pronti a tutto questo rinnovamento?
Ogni giorno, ormai, ci si rende conto di quale ruolo fondamentale nelle nostre vite ha acquisito la tecnologia. Sono ormai alcuni anni che i social network hanno asservito la popolazione dell’intero mondo civilizzato e anche nell’impianto scolastico si profila la “modernizzazione” finalizzata a rendere la scuola più tecnologico-interattiva e più digeribile agli alunni. Un rinnovamento è dunque alle porte.
L’Italia, d’altronde, cerca di mettersi al passo con le altre nazioni europee che già hanno incentivato da tempo il cambiamento: in molti college britannici, in alcuni dei quali ho anche assistito alle lezioni, le LIM (lavagne interattive multimediali) sono un must e spesso si fa lezione proiettando dei filmati o dei cortometraggi che meglio centrano il tema della situazione.
Alcune scuole nostrane, si sa, hanno già ampiamente sviluppato dei progetti per rendere le scuole quanto più vicine a quegli standard a cui ormai sembra che bisogna forzatamente attenersi.
Una cosa che mi sembra deleteria è l’introduzione dei tablet a sostituto dei testi scolastici: certo, il peso da sostenere ogni dì sarebbe di gran lunga minore e le nostre schiene ringrazierebbero ma come si può pretendere di studiare da un aggeggio che non permette di sottolineare con la beneamata matita e con l’evidenziatore del colore di cui disponiamo nell’astuccio in quel momento? E come si può evitare di annotare lungo i margini del foglio del libro le spiegazioni degli insegnanti?
Il progresso è ovviamente regresso, e su ciò non ci piove. Uno degli unici vantaggi sarebbe la riduzione degli ingenti costi a cui le famiglie devono sottostare ogni settembre, benedetto dalle case editrici.
Devo ammettere che lo scorso anno ho preso un abbaglio anche io cercando di puntare verso l’acquisto o il download gratuito di E-Book perché, magari, ritenuti più “pratici”, ma poi mi sono nuovamente ricreduto perché ho compreso che la carta non può esser sostituita e non ne farei una questione affettiva nei confronti della lettura ma proprio una questione di praticità: a un libro non si scarica d’improvviso la batteria e non è troppo luminoso, non stanca gli occhi, ha un buon odore e inoltre ci si può rendere visibilmente conto della mole di pagine che mancano alla fine della lettura. Forse magari sono troppo pochi i punti a favore che ho riscontrato frettolosamente sui libri in formato cartaceo, ma sicuramente credo di aver reso l’idea.
Una innovazione che mi risulta alquanto utile è appunto quella a cui accennavo nell’incipit del post: il social network.
Ci sono alcune scuole del mondo, che io sappia, in cui addirittura le comunicazioni agli alunni sono inviate su di una app che gli stessi hanno installata sui propri Iphone in dotazione, una app che gli permette anche di organizzare il proprio timetable delle lezioni e dei corsi da seguire durante la settimana e di registrare dati relativi al proprio profitto per ogni disciplina.
Giustamente, per l’Italia in cui dilagano ancora le lavagne in ardesia, ciò sembra più vicino al mondo utopistico che a quello reale; tuttavia, è sempre più diffusa l’apertura di gruppi facebook condivisi tra compagni di classe e docenti allo scopo di facilitare la diffusione di informazioni, dispense, immagini, comunicazioni ufficiali e chi più ne ha più ne metta!
Dubito che esistano classi che non abbiano un gruppo del genere: ormai è una comodità sempre più grande quella di ricevere documenti integrativi al testo in via multimediale o delle semplici comunicazioni di rito all’interno della Rete. Al giorno d’oggi, inoltre, gli stessi portali web degli istituti (nonostante molti gestiti in maniera autonoma e, oserei dire, inter nos) sembrano essere molto più curati rispetto a quelli di cinque o sei anni or sono.
Concludendo, auspico ad una Italia che guarda al futuro non disdegnando ciò che è stato il passato della didattica, che elimini in un certo qual modo i cardini antichi come le vecchie lavagne nere e le brutte e sgualcite cartine con l’intento di rinnovare il tutto in una maniera però consapevole e cosciente. La speranza è quella di vedere i tablet affiancati a dei bei libri di narrativa in forma cartacea o accanto a dispense evidenziate a matita e scarabocchiate a penna dal compagno di banco! Ciò verso cui spero che il mondo si rivolga è a una istruzione volta più alla community, alla condivisione e alla praticità dell’insegnamento anche prescindendo dalla subordinazione totale della tecnologia più che a una forzata modernizzazione al pari cogli standard.
Una sola domanda bisognerebbe porsi: “Siamo pronti a tutto questo rinnovamento?!”
Commenti (1)
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Ginevra 30 aprile 2013, 17:11
Il tablet per studiare da un concreto aiuto. La cartella non pesa, si può studiare ovunque e si scrivono appunti velocemente e chiaramente. La tecnologia semplifica la vita, la storia sta cambiando.